La sicurezza sociale oggi
Il disagio sociale è un fenomeno legato alla sofferenza nel presente e alla incertezza sulle prospettive future. Come il disagio aumenta, così aumenta il pericolo di cadere in comportamenti devianti che vanno dalla microcriminalità alle dipendenze.Un disagio visibile nei volti di chi cerca un futuro, invisibile all’interno delle mura familiari, che talvolta scatena drammi di violenza come nei casi di parricidio o uxoricidio, in aumento entrambi. E un disagio giovanile che è sempre più violento, aggressivo, ma anche sempre più insensato, arbitrario, figlio della mancanza di prospettive, della noia di vivere che sconfina nell’autoannulamento.Dal ribellismo delle generazioni degli anni 60 e 70, si sta passando a forme di nichilismo esasperato.Da queste coordinate, bisognerebbe partire nell’analisi di cosa è veramente la sicurezza sociale.Ma come affrontare questa emergenza? la ricetta è quella di pensare alla sicurezza della società in termini di sicurezza del posto del lavoro in luogo della paura di perdere il lavoro e non ritrovarlo o di quella di non trovarlo proprio, sicurezza sul lavoro rispettando le direttive della 626, sicurezza della viabilità migliorandola, permettendo a chi lavora di non trascorrere una buona parte del prprio tempo libero per spostarsi da casa al luogo di lavoro e viceversa, sicurezza nella sanità, sicurezza della giustizia affinchè le pene siano cosa certa ed il cittadino non si senta abbandonato a sé stesso dallo stato… La sicurezza dei nostri figli parte anche dal ruolo dei vari attori sociali che interagiscono nella crescita e nell’educazione civica, dai genitori alla scuola, dal pediatra alle associazioni sportive, dalla famiglia allargata all’oratorio. Un ruolo che è attualmente disgregato, confuso. Come l’intera società.Da queste riflessioni, serve ripartire, insieme per affrontare il disagio e la questione sicurezza, senza nessun buonismo o giustificazionismo.
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