Un dovere morale, un atto di giustizia e di civiltà

Ma di che parliamo?
Il matrimonio, in termini civili non è altro che un contratto tra due persone che prevede diritti e doveri.
Dal punto di vista della religione oltre ad essere un contratto viene arricchito dalla sacralità del rito e diventa anche un impegno davanti alla divinità.
Da notare che in Italia, oggi, ci si sposa tranquillamente solo civilmente e, affinchè il contratto sia valido, basta il rito civile e non ha nessuna importanza che si svolga o meno anche quello religioso.
Dal punto di vista religioso il matrimonio è inscindibile, solo la sacra rota ha potere in casi eccezionali di sciogliere un matrimonio religioso, al contrario la legge riconosce il diritto al divorzio nel matrimonio civile.
Infatti c'è il paradosso che chi divorzia e si risposa per lo stato è monogamo mentre per la chiesa vive nel peccato.

Il problema del matrimonio per gli omosessuali (donne o uomini che siano) è un falso problema morale, infatti la chiesa non lo concederà mai e nessuno si sogna di chiederglielo (almeno per ora) mentre per quanto riguarda le unioni civili in quasi tutto l'occidente esso è concesso sulla base del principio che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, e quindi tutti hanno diritto ad usufruire delle stesse possibilità.
Una coppia di omosessuali che lavorano, pagano le tasse, versano i loro contributi regolarmente hanno pieno diritto a decidere di voler lasciare la reversibilità della pensione al loro compagno/a, così come è assolutamente ragionevole che il compagno/a possano assisterli in ospedale, firmare l'autorizzazione in caso di interventi o espianti ed altri elementari diritti che non possono essere negati a nessun cittadino pena la decadenza del principio d'uguaglianza.
La natura non subisce forzature, una coppia omosessuale non è in grado di riprodursi naturalmente e se lo fanno diventando per l'occasione etero nessuno può contestare il diritto alla paternità/maternità.

Aggiungo che una forma contrattuale che garantisca le coppie di fatto anche etero è ormai necessaria per le stesse ragioni di cui sopra perchè non sempre non ci si sposa per scelta, ad esempio bisognerebbe rimettere mano alla legge sul divorzio ed accorciarne le tempistiche.

Quindi, una forma contrattuale che equipari le unioni di fatto, a prescindere dal genere dei contraenti, è oggi una necessità dettata da buon senso, civiltà e sopratutto dall'uguaglianza di diritti e doveri garantita dalla costituzione.

Il problema dell'adozione è una faccenda completamente diversa, è evidente che per concepire un bambino occorrono un uomo ed una donna o, quantomeno, un ovocita ed uno spermatozoo, è quindi chiaro che un figlio necessiti di un padre ed una madre.
Io non sono disposto a giurare che una coppia di omosessuali non sia in grado di far crescere ed educare correttamente un bambino ma ho l'intima certezza che se acessi avuto due padri o due madri sarei stato diverso da come sono.
Magari sarebbe stato un bene ma resta il fatto che, personalmente, ritengo che ad una famiglia siffatta mancherebbe qualcosa, quindi, per quanto mi riguarda no al diritto di adozione per gli omosessuali.

Al contrario, una forma di unione civile è un dovere morale, un atto di giustizia e di civiltà e, in fondo, non mi interessano minimamente i costumi sessuali delle tante persone con le quali mi relaziono quotidianamente e, sicuro della mia eterosessualità e che, alla fine, sono fatti loro, non mi condiziona minimamente nei suoi confronti sapere che uno è gay.

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