IMPRESENTABILI di Francesco Storace
Nella coalizione di centrosinistra del Lazio ci sono gli impresentabili, quelli che è meglio che stanno nascosti, occultati, sotterrati.La-candidata-più-onesta-del-mondo – così dice chi l’affianca senza rendersi conto che da decenni anche i radicali partecipano al banchetto dei rimborsi elettorali, radio inclusa – è donna che vuole stare al mondo e siccome non è proprio giovanissima si rende conto che bisogna liberarsi rapidamente di una domanda che frulla nella testa di molti: ma questa – dice il portiere sotto casa – perché è candidata? Già, tutti sanno che la Bonino c’è perché Marrazzo non c’è. Cancellato. Kaputt.
Eppure avevano parlato di una specie di santo laico, di un personaggio nobile che si era dimesso dopo essere stato pizzicato con trans e coca. Non è indagato, gridavano i suoi sodali anziché chiedersi perché ancora non sia stato indagato, chessò, come il povero Cucchi.Ora non se ne parla più. E invece si deve parlarne, perché la coalizione che oggi dice di sostenere Bonino e ieri ci consegnò Piero Marrazzo ha il dovere della verità.Se le sue dimissioni sono state “nobili”, perché ieri non lo hanno invitato all’inaugurazione del comitato elettorale di Emma Bonino? Quelli che ogni giorno strillano contro l’omofobia e candidano chi vuole la legalizzazione della droga, perché adesso nascondo la devastante – almeno per noi – immagine del loro beniamino che alle fatiche della Regione privilegiava i sollazzi di via Gradoli?
Non basta dire che erano fatti suoi. E’ una straordinaria e orrenda pagina pubblica quella di un presidente della Regione che trascorreva altrove il tempo da destinare ai doveri d’ufficio, mentre fuori dalla sua porta bussavano precari e agricoltori, industriali e artigiani, malati e disperati.La dicano una parola sull’impresentabile ex presidente che continua a percepire uno stipendio dall’amministrazione regionale.Ma non la diranno. Del resto, per loro gli impresentabili sono molti. Lo è diventato persino il povero senatore Stefano Pedica, dell’Italia dei Valori, al quale ieri i dirigenti del partito democratico volevano persino impedire di stare sul palchetto allestito per l’inaugurazione del comitato elettorale di maga Emma. Stava finendo a botte tra “alleati”. Ognuno dice all’altro di sparire…
Eppure avevano parlato di una specie di santo laico, di un personaggio nobile che si era dimesso dopo essere stato pizzicato con trans e coca. Non è indagato, gridavano i suoi sodali anziché chiedersi perché ancora non sia stato indagato, chessò, come il povero Cucchi.Ora non se ne parla più. E invece si deve parlarne, perché la coalizione che oggi dice di sostenere Bonino e ieri ci consegnò Piero Marrazzo ha il dovere della verità.Se le sue dimissioni sono state “nobili”, perché ieri non lo hanno invitato all’inaugurazione del comitato elettorale di Emma Bonino? Quelli che ogni giorno strillano contro l’omofobia e candidano chi vuole la legalizzazione della droga, perché adesso nascondo la devastante – almeno per noi – immagine del loro beniamino che alle fatiche della Regione privilegiava i sollazzi di via Gradoli?
Non basta dire che erano fatti suoi. E’ una straordinaria e orrenda pagina pubblica quella di un presidente della Regione che trascorreva altrove il tempo da destinare ai doveri d’ufficio, mentre fuori dalla sua porta bussavano precari e agricoltori, industriali e artigiani, malati e disperati.La dicano una parola sull’impresentabile ex presidente che continua a percepire uno stipendio dall’amministrazione regionale.Ma non la diranno. Del resto, per loro gli impresentabili sono molti. Lo è diventato persino il povero senatore Stefano Pedica, dell’Italia dei Valori, al quale ieri i dirigenti del partito democratico volevano persino impedire di stare sul palchetto allestito per l’inaugurazione del comitato elettorale di maga Emma. Stava finendo a botte tra “alleati”. Ognuno dice all’altro di sparire…
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