PROBLEMA ROMA di Francesco Storace

La sinistra è a pezzi, il caso Marrazzo è lontano dall’essere dimenticato, ma a frenare la corsa di Renata Polverini verso la presidenza del Lazio rischia di essere l’amministrazione di Gianni Alemanno.E’ da tempo che lanciamo l’allarme al sindaco di Roma, di cui non comprendiamo il tenace rifiuto a discutere i problemi che ci sono e che non vanno rimossi per quieto vivere.Abbiamo la straordinaria opportunità di trascinare milioni di elettori ai seggi per sconfiggere definitivamente una sinistra che non merita di governare; eppure non si riesce a comprendere che senza entusiasmo la partita si fa più difficile. Soprattutto perché è il voto di Roma che decide chi vince e chi perde alle regionali.
Ormai sono troppi mesi che il consiglio comunale fatica a svolgere le proprie sedute. Gli errori di chi lo presiede, le assenze di troppi consiglieri della maggioranza, la presunzione di diversi assessori – soprattutto fra i più giovani – l’illusione di procedere a suon di deleghe ai dissidenti; tutto questo fa la cifra di una situazione politica assolutamente ingestibile.
In queste ore sta succedendo di tutto.Nell’ordine: io ho dato le dimissioni da presidente della commissione Roma Capitale; il rapporto tra La Destra e il sindaco, un anno e mezzo dopo le elezioni, non ha visto formalizzare un rapporto di maggioranza che non è un regalo ma una conseguenza naturale dell’esito elettorale.Ho fatto il mio dovere con grande lealtà, raggiungendo la scorsa settimana un risultato di grande rilievo quale l’approvazione, senza alcuna opposizione, di una delibera che consegna all’amministrazione 135 milioni di euro da spendere per investimenti, ma dal sindaco nemmeno un gesto di apprezzamento politico, nemmeno un passo per ricucire una ferita.Se si vuole ostacolare Renata Polverini, non ci si riuscirà. La Destra sarà leale.
Ma non c’è solo questo: ieri in consiglio comunale la maggioranza si è clamorosamente spaccata. Si votavano i revisori dei conti, e l’importanza della funzione è nota. Ebbene, si è riusciti nel capolavoro di andare sotto.Dei due consiglieri “spettanti” alla maggioranza, uno dei due è andato alla minoranza della maggioranza stessa; il voto segreto ha fatto venire allo scoperto i mal di pancia interni alla coalizione che dovrebbe sostenere Alemanno.
Terzo: in queste ore sta pensando alle dimissioni il capogruppo del Pdl capitolino, Dario Rossin, che è l’unico ad avvertire la responsabilità del momento e mi sembra la persona più seria della compagnia.
Risultato: il sindaco si consolerà con le nomine di fine anno che stanno per arrivare, ma la cifra elettorale la daranno i consensi dei romani e non i beneficiati di turno.Complimenti…

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