Tsipras, fanfarone o gran furbo?
Dunque, pare che Tsipras ed il suo ministro Varoufakis si siano arresi senza condizioni alla troika, mai nominata ma sempre citate le tre istituzioni che questa rappresenta, ossia BCE, commissione UE e FMI.
Ma è vero?
Si tratta di un discorso complesso che non può non tenere presente che la precedente amministrazione greca si consegnò mani e piedi alla troika che impose misure di risanamento massacranti che finirono di distruggere lo già zoppicante tessuto sociale greco.
Come è evidente il risultato di tali provvedimenti ha ucciso di fatto l'economia greca mettendo famiglie intere sul lastrico, portando la disoccupazione a livelli insostenibili distruggendo il wellfare e, dulcis in fundo, permettendo ai ricchissimi di diventarlo ancora di più.
Tsipras si è ritrovato, dopo la vittoria elettorale, con il peso di una situazione tremenda dovuta alle casse dello stato vuote completamente dipendenti da prestiti e finanziamenti concessi dalla BCE, prestiti e finanziamenti che, però, andavano ad appesantire la zavorra del'enorme debito pubblico.
Il problema principale di Tsipras sta nella necessità di non perdere credibilità davanti al suo eletorato rispettando il programma elettorale. E' evidente che un programma dai contenuti così complessi non può che portare ad una rivisitazione completa degli accordi intessuti con la troika dalla precedente amministrazione ed è altrettanto chiaro che non può realizzarsi nel giro di un mese ma occorre una attenta e meditata pianificazione da realizzare nel giro di alcuni anni.
Era quindi inevitabile che, in questa prima fase, Tsipras e la sua amministrazione non potessero che cedere di fonte al ricatto della troika di tagliare i fondi, non essendo certo possibile in pochi giorni rimettere in campo la dracma e uscire dall'euro, altra operazione che necessita pianificazione e tempo, avendo le casse vuote e dovendo onorare gli impegni presi precedentemente.
Le piccolissime concessioni ottenute rappresentano invece una enorme vittoria, Tsipras ha ottenuto la cosa più preziosa, al di là dei soldi, di cui aveva bisogno, il tempo. Il tempo necessario a studiare e pianificare le sue prossime mosse, l'eventuale rimessa in campo della dracma e tutto il resto.
Al contrario di quanto si pensa e cerca di propinarci la stampa, il rischio "grexit" oggi è molto più alto nel medio termine di quanto non lo fosse due settima fa.
Commenti
Posta un commento