Intervista al candidato sindaco di FLI Massimo Zito


D – Il Circolo Territoriale di Ciampino e Morena da lei fondato, è stato tra i primi ad aderire al progetto di Fini. Cosa vi ha spinto a farlo?
R – FLI a Ciampino nasce dall’entusiamo di un gruppo di persone comuni per il progetto presentanto dal presidente Fini, un progetto che si propone di riportare la gente, i cittadini, al centro della dialettica politica, superando i datati preconcetti reciproci che destra e sinistra hanno cavalcato nel corso del ventesimo secolo. L’idea che oggi si debba progettare il futuro e smettere di vivere giorno per giorno riteniamo sia di grande attualità, perchè, per la prima volta da molti secoli, oggi rischiamo di consegnare i nostri figli ad una vita peggiore della nostra. Inquinamento e progressivo esaurimento delle materie prime nel giro di pochi decenni impoveriranno radicalmente il mondo se non si comincia da oggi a porre rimedio a questa deriva ed è inoltre necessario ripensare al nostro conctto di distribuzione della ricchezza, oggi per la maggior parte concentrata in poche mani, rimettendo mano al mondo del lavoro, oggi troppo incerto e precario. Oggi un lavoro onesto deve poter garantire la sussistenza ad una famiglia possa; noi riteniamo che Futuro e Libertà possa cominciare a dare questo tipo di risposte, perchè lo sviluppo non accompagnato da adeguati aggiustamenti sociali può solo produrre disagio e povertà per tanti e ricchezza solo per pochi.
D – Ci può illustrare in breve alcuni dei punti a vostro avviso più carenti dell’amministrazione Ciampinese e come avete intenzione di operare nel caso entraste in consiglio comunale?
R – “Al centro della nostra azione politica non possono che esserci i cittadini, coloro che vivono e che lavorano a Ciampino. In questa ottica è necessario lavorare sui temi dello sviluppo e dell’ambiente, senza dimenticare la cultura ed i servizi, temi che vanno coniugati all’insegna di un’armonica sinergia, partecipata e condivisa da tutti gli operatori ed in collaborazione con tutte le realtà produttive. Area industriale e commercio di vicinato devono svilupparsi in maniera sostenibile così come è importante frenare la cementificazione del territorio che, oltre ad avere importanti ricadute sull’ambiente, sta rendendo sempre più invivibile questa cittadina. Ciampino nasce all’inizio degli anni venti come un progetto di città-giardino, un progetto mai realizzato, ma è sopratutto negli ultimi venti anni che il verde è andato drammaticamente riducendosi, tanti abitanti ricordano ancora le vigne a poche centinaia di metri dal centro cittadino, avendo le amministrazioni che si sono succedute privilegiato piccoli e grandi interessi di antichi proprietari terrieri, studi di progettazione e ditte edili. E’ necessario tornare a valorizzare il verde, a contrastare l’urbanizzazione incontrollata, progettare un piano di viabilità serio ed efficace e portare ai cittadini quei servizi che oggi mancano completamente. Bisognerebbe rendersi conto che una città di quarantamila abitanti non ha un cinema nè un teatro, che non esiste un museo, non ci sono aree di aggregazione per i giovani che finiscono per radunarsi in piazza della pace praticamente in strada in mezzo al traffico soffocante che l’attraversa in tutte le ore del giorno. Anche i servizi sociali sono scarsi e malgestiti, è impensabile che vi siano solo trenta posti nei nidi comunali, che i servizi per gli anziani siano quasi intangibili, che l’unica area ludica dell’unico vero parco sia fatiscente. Ciampino, in realtà, da paese è diventato città senza aver il tempo di acquisire una propria identità, ecco, quello che manca a Ciampino è l’identità, il campanile, quel sentire che è necessario avere per amare la propria città, altrimenti resterà solo un sobborgo destinato ad essere assorbito da Roma. Su questi punti specifici pensiamo che si manifesti il più grande fallimento di questa e delle precedenti giunte comunali, incapaci di produrre risultati concreti, privilegiando una evanescente propaganda che ripete meccanicamente che tutto va bene e si mette a fare la guerra al campo nomadi, da loro stessi portato, o all’aereoporto i cui voli sono aumentati enormemente solo dopo che il sindaco Perandini firmò una specifica convenzione, quello stesso sindaco che oggi fa finta di preoccuparsi dell’inquinamento provocato dagli aerei e non fa nulla di concreto per porre un freno al fenomeno. Certi problemi non si risolvono a colpi di carta bollata, è necessario trovare una concertazione con le parti interessate e cercare di ottenere una soluzione di compromesso che non penalizzi troppo nè l’aereoporto, che ricordiamoci è fonte di lavoro per tanta gente, nè la salute dei cittadini. Le idee ci sono, la buona volontà pure, invece di fare annunci vuoti è ora che qualcuno passi ai fatti. In ogni caso, a giorni, renderemo noto il nostro programma che sarà anche scaricabile dal nostro sito.”
D – Un altro grande tema di questo ultimo periodo è la raccolta differenziata, sembra che comporti parecchi disagi ai cittadini, lei cosa ne pensa?
R – “Per quanto riguarda la raccolta differenziata, non solo nessuno conosce che fine fanno i rifiuti raccolti, come plastica e carta, ma soprattutto i sacchi sono sempre con meno grammatura, ovvero talmente sottili che facilmente si strappano e perdono il loro contenuto, senza poi citare il fatto che proprio i sacchi della raccolta indifferenziata sono eccessivamente trasparenti. Per quanto riguarda i rifiuti alimentari, il cosiddetto umido, ci domandiamo perché siano così piccoli e senza i comodi manici, e, pensiamo agli operatori ecologici che sono costretti a maneggiare sacchi e secchi che inevitabilmente sono molto sporchi per mancanza di chiusure. Tutto questo porta sporcizia e disagio ai cittadini e ai lavoratori dell’AMBIENTE. Crediamo che la risposta sia nella ricerca di risparmi sulla gestione della raccolta dei rifiuti, per fronteggiare l’eccessivo debito che grava sui bilanci comunali e sulla mina vagante rappresentata dall’ASP. A conferma di quanto da noi supposto, in questo periodo, l’azienda AMBIENTE sta colpendo duramente i commercianti di Ciampino, tramite la richiesta di dubbie multe a partire dal 2005. Queste tasse sono frutto di misurazioni fatte nei locali commerciali da tecnici di alcuni studi, non da funzionari comunali, e soprattutto queste misurazioni non corrispondono a quanto dichiarato dal catasto. Ci domandiamo; perché ora? Perché dal 2005? Quale titolo giuridico ha la società AMBIENTE per fare queste misurazioni e per emettere queste multe? Chi sono questi tecnici che hanno effettuato le misurazioni? La risposta è sempre la stessa: l’attuale amministrazione comunale è alla ricerca disperata di fondi per turare le falle di bilancio, attuali e prossime venture, causate dal consolidamento dei bilanci ASP. Ma se il problema sono i soldi, perchè non sono acnora arrivate le bollette della TIA del 2010? Nel bilancio di previsione approvato dal consiglio comunale ad aprile 2010 era previsto un aumento della TIA quasi del 30%, è difficile non sospettare che bollette così impopolari non siano state inviate proprio perchè andiamo verso le elezioni. Fosse così, i cittadini si troveranno a dover pagare a giugno 2011, alla nuova giunta, tutta la TIA del 2010 e le prime rate della TIA 2011. Una vera presa in giro alla popolazione. Come sempre, non riceveremo alcuna risposta da questa amministrazione, perché non sanno cosa dire e cosa fare, causando solo problemi ai cittadini e alle forze sane dell’economia della nostra città. Siamo sempre più convinti che sia necessario fermare questa inesorabile e dolorosa decadenza per ridare speranza a questa città, tramite progetti seri e ambiziosi coinvolgendo tutta la cittadinanza”.
D – Avete posto l’accento anche sulla non trasparenza dell’azione amministrativa, soprattutto in tema di opere pubbliche; ci può far capire meglio cosa intendete?
R – “Il sedici dicembre abbiamo assistito con fanfare, personalità varie e tanta retorica all’apertura del sottopasso dell’acqua acetosa, in prossimità del Liceo Volterra. In realtà si è trattato della messa in esercizio di un’opera progettata moltissimi anni fa e consegnata alla cittadinanza con anni ed anni di colpevole ritardo, senza contare che a meno di due mesi dall’inaugurazione l’asfalto del sottopassaggio è praticamente scomparso, rendendo il trasito epricoloso per persone e mezzi. Era necessario dopo tanti anni fare gli ultimi lavori così di fretta da farli così male che anche un bambino lo capisce con una sola occhiata? E chi pagherà il rifacimento del manto stradale? I cittadini, come al solito. E allora ci viene da riflettere sulla durata delle opere civili a Ciampino. Il sottopasso rischia di non diventare proverbiale come la Fabbrica di San Pietro o la Grande Muraglia, solo perché l’edificazione degli uffici comunali, ha la concreta possibilità di essere ricordata come i lavori più lunghi della Storia al suo posto e non vogliamo pensare all’annunciato sottopasso di Casabianca, la cui progettazione è iniziata quasi 15 anni fa e solo oggi se ne annuncia l’inizio della fase esecutiva. Tutto questo, guarda caso, sempre sotto campagna elettorale. Mentre l’ex-IGDO può essere definita come l’ opera mai iniziata, mai finita e forse mai concepita, a cui è seconda solo la fine dei lavori dell’ASL il cui scheletro di cemento campeggi a pochi metri dal centro come un triste monumento all’incapacità. Forse tutti questi lavori incompiuti che si trascinano negli anni hanno una ragione inconfessabile, ovvero l’incapacità amministrativa che ha causato la situazione debitoria dell’amministrazione comunale, più o meno esplicita. Ci riferiamo non solo ai debiti diretti presenti sul bilancio comunale ma anche a quelli, meno espliciti, provenienti dai bilanci ASP, e forse anche da quelli AMBI.EN.TE. Il metodo scelto dalla maggioranza, per informare la popolazione su tutto questo, è il silenzio, o meglio, il tentativo di non attirare l’attenzione dei cittadini sull’attuale situazione, la quale, ovviamente, ipoteca anche il futuro della nostra Città e quindi della nostra vita. Il silenzio è sceso non solo sui bilanci, sulle opere civili, ma anche sulla situazione dell’acqua potabile, in particolare per le zone servite dall’ex acquedotto barbuta, e, soprattutto, sulla riqualificazione dell’area Fratelli Spada. Tutto è immobile, non perché non si possa più uscire da una lenta ed inesorabile decadenza, certificata dalle nostre strade piene di buche, così ampie e diffuse, da rappresentare un vero pericolo per i motociclisti e un sicuro danno per gli automobilisti, ma perché essa stessa è causata da questa amministrazione, dalla sua mancanza di idee e di progetti, ovviamente al netto dei progetti di nuove case che invece è il pezzo forte delle amministrazioni di sinistra degli ultimi 15 anni. I commercianti ci provano a rilanciare l’economia ciampinese, senza però alcun sostegno da parte dell’amministrazione, che, anzi, non fa nulla per impedire, ma anzi incoraggia, il proliferare di centri commerciali a due passi territorio; la verità è che c’è bisogno di un nuovo ruolo dell’amministrazione; un ruolo futurista, ovvero che sappia disegnare un percorso propulsore per l’economia locale e la qualità della vita di tutti. Questo percorso comincerà dal voto prossimo venturo, siamo certi che la cittadinanza sia stanca di tante vuote parole sia da parte di chi ha amministrato che di chi, all’opposizone, è stato davvero un ben povero pungolo per il sindaco e la giunta”.
D – Fli si è caratterizzato, da destra, per l’apertura verso i diritti civili dell’individuo; lei come si pone in merito?
R – “Io credo che si debbano riconoscere i diritti individuali a tutti, senza discriminazioni di genere, razza, religione o orientamento sessuale. Perciò sono favorevole ad un riconoscimento delle coppie di fatto, anche omossessuali, attraverso una forma giuridica che riconosca gli elementari diritti di convivenza, come la possibilità di assistere il compagno in ospedale, o in carcere, di lasciargli la pensione di reversibilità, di poter liberamente convivere senza ingiusti ostacoli. A tal proposito penso che anche le amministrazioni locali possano adoperarsi per rimuovere alcuni ostacoli sul tema. Se pur non equiparabili alla famiglia, costituzionalmente riconosciuta, le unioni omo affettive, ritengo debbano avere un loro spazio di riconoscimento giuridico, nel rispetto delle sensibilità di tutti, perchè tutti i cittadini devono essere uguali davanti alle legge, sia nei doveri che nei diritti”.
D – Lei si presenta come candidato sindaco alle prossime elezioni, ci crede o è una candidatura di disturbo?
R – “Abbiamo provato a lavorare alla costruzione di una coalizione alternativa alla casta che fin qui ha retto il comune ma non è stato possibile, ora intorno alla mia candidatura stiamo provando a realizzare una coalizione in linea con lo spirito innovatore che Futuro e Libertà intende perseguire ed al quale chiama a partecipare tutte le forze vive della società, senza preclusioni ideologiche, volti nuovi e puliti che vogliano impegnarsi con passione per lo sviluppo del loro territorio, sopratutto persone che non abbiano interessi personali nell’amministrazione se non quello di partecipare a conseguire un migliore stile di vita per le proprie e le altrui famiglie. Lo faremo insieme alle persone, valorizzando lo spirito civico che supera i vecchi steccati di fazione ideologica e familistica. A tal proposito non capiamo certe scelte, votate ad un mero personalismo che penalizza i destini della nostra comunità, della parte dell’Udc che si riconosce in Elio Addessi, passato da oppositore sconfitto a partecipe del banchetto di Perandini, Lupi e soci. La mia è una candidatura per vincere, sono consapevole che sarà un’impresa molto difficile, oltretutto i mezzi e l’organizzazione a nostra disposizione sono molto inferiori rispetto a quelli degli altri candidati ma possiamo supplire a queste carenze con la passione e le idee che sono la componente più importante di questa candidatura, idee pensate con la gente che ci sostiene, sviluppate da un gruppo affiatato e preparato. Crediamo di essere portatori di un messaggio innovatore e siamo certi che la cittadinanza, stanca della politica delle clientele e della connivenza, stanca della casta che domina la città da decenni, proponendo sempre le stesse facce, saprà scegliere l’opportunità che rappresentiamo per cambiare finalmente questo stato di cose”.
D – Avete scelto uno slogan per la campagna elettorale?
R – “Facciamo il futuro, insieme.
D – In bocca al lupo.
R – “Crepi”.

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