Fini, l'inferno in bocca


La verità è che Fini, come scrisse oltre vent’anni fa Beppe Niccolai, s’è rimesso l’inferno in bocca e finalmente sta dando una svolta definitiva a quella che da sempre è stata definita la destra italiana. Quella stessa destra cui proprio Niccolai riuscì a far votare un documento programmatico identico nelle sue parti salienti ad uno precedentemente votato dal CC del PCI per dimostrare che queste differenze, sopratutto nel sociale, tra destra e sinistra erano solo nella mente di chi le voleva.
Non mi interessa riprendere una vecchia polemica, mi interessa invece ciò che sta accadendo, il vedere tanti militanti da sempre schierarsi nuovamente dietro al leader della svolta, nonostante i distinguo e nonostante le vecchie diatribe. La cosa più importante è proprio il fatto che il messaggio che oggi lancia Fini sta sfondando a sinistra e non perchè fa suoi certi programmi ma perchè, oltre che alla pancia, parla al cuore della gente, con realismo anche crudo quando necessario ma lanciando un messaggio davvero trasversale, un valore come il concetto di patria è oggi unito a quello dei diritti inalienabili dell’uomo, al rispetto pedissequo ma non acritico della costituzione. Tutti gli uomini sono uguali e non solo di fronte alla legge ma anche di fronte a sè stessi, quale che sia la loro etnìa, religione, sesso, cultura, e tutti devono avere gli stessi diritti purchè rispettino quelli altrui, purchè le regole vengano rispettate e l’obbiettivo di tutti sia il bene comune. Il fatto che questo messaggio arrivi e faccia presa da destra a sinistra passando per il centro moderato è solo un valore aggiunto, permetterà di pescare in un patrimonio di idee e di risorse di tutti i tipi che i vecchi movimenti di stampo novecentesco, tutti chiusi nelle torri d’avorio delle loro certezze, non hanno mai potuto avere. Certo, la casta, le vecchie lobby, i centri di potere faranno di tutto per frenare questa marea montante, questo nuovo pensiero multiideale e multiculturale che va nascendo di fronte alle sfide del XXI° secolo, per impedire che finalmente avvenga una ridistribuzione più equa (ma regolata dalla meritocrazia) delle ricchezze e delle risorse di ogni genere ma è l’unico modo per affrontare i cambiamenti epocali che aspettano i nostri figli, dalla fine dei combustibili fossili che obbligherà ad un diverso modo di produrre energia, alla sovrappopolazione che provocherà una sempre maggiore e difficilmente controllabile migrazione, passando per la scarsità di materie prime, la sfida di risanare l’ambiente e salvaguardare quanto rimane dell’equilibrio ecologico del pianeta oltre che della nostra nazione, per finire al lavoro ed alla cultura sottostante rivedendo radicalmente il sistema attualmente in vigore. Futuro e Libertà, quindi, non potrà essere il partito dell’odio o un partito contro, Futuro e Libertà non dovrà cedere alla tentazione del tutto e subito ma lavorare tenendo come stella polare gli obiettivi prospettati dal suo stesso nome:
Futuro e Libertà. Per l’Italia.

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