Uomini veri di Adriano Tilgher
Lettera aperta a Francesco Storace
Caro Francesco,ho meditato a lungo in questi giorni sulle varie notizie apparse sui giornali, sulle falsità sparse a piene mani sulla mia persona, sui motivi che mi hanno spinto ad aderire con il Fronte sociale Nazionale a La Destra e sulle ragioni del mio impegno militante da una vita.
Devo inizialmente scusarmi con te se questa lunga riflessione ha comportato dei ritardi nella mia decisione e quindi ti ha reso difficile la gestione dei rapporti con i tanti che ti chiedevano una tua ufficiale presa di posizione.Non è facile però nel turbinio delle passioni, dettate dalla volontà di non dare tregua agli ignavi ed ai nemici dell’Italia, capire quale via percorrere per la crescita e l’affermazione delle proprie idee.Oggi, a mente fredda, mi rendo conto che la partecipazione alla competizione elettorale per le Regionali del Lazio da parte mia non ha senso.Il mio impegno è politico e non amministrativo, scendere in squallide polemiche storiche, con chi non ha argomenti tecnici e politici da mettere in campo, con chi non sa e non vuole ascoltare e capire quello che viene detto ed è capace solo di faziosità preconcetta, non mi appassiona.Se fossi sceso in campo avrei voluto rappresentare le istanze sociali di una nazione ormai allo stremo, avrei voluto portare sulla scena politica uno stile diverso improntato ad eticità e solidarietà, avrei voluto indicare agli Italiani la via per essere uniti e coesi in uno strumento politico che è a loro disposizione: La Destra.
Come vedi, tutti temi politici che hanno bisogno di una platea più ampia e più vasta: la platea di tutti gli Italiani, per poi sognare un mondo diverso.La politica sta cambiando, il fronte sta cambiando, il confronto non è più tra est ed ovest, tra sinistra e destra, ma tra chi detiene le risorse e le genti, tra nord geopolitico e sud.I popoli, compreso il nostro, ormai succubi dei poteri forti sono per lo più “affamati” o di cibo, come nella drammatica situazione del terzo e del quarto mondo, o di valori, come nel cosiddetto occidente.Noi abbiamo il dovere di costruire il partito della gente che reintroduca l’etica nella politica, che unisca tutti gli Italiani che non vogliono essere schiavi delle lobbies di potere,qualunque sia stato il loro passato politico, che vogliono costruire lo stato sociale, ovvero lo stato delle pari opportunità, della libertà personale nel contesto equilibrato delle libertà comunitarie, della partecipazione ovvero lo stato della democrazia integrale.Tutto questo però potrà avvenire solo quando avremo fatto i conti veri con la nostra storia di un recente passato cioè con due date che hanno rappresentato la caduta della tensione nazionale e la frattura dello stesso principio di unità: 8 settembre 1943 e 25 aprile 1945.
Ci vuole coraggio e impegno!Io sono pronto. A te l’arduo compito della battaglia regionale per rivendicare la tua legittima volontà di rivalsa ma anche per portare la tua esperienza e capacità in un’importante regione ma soprattutto per improntare la tua azione a questi principi fondamentali.Grazie per l’opportunità che mi hai offerto nell’invitarmi alla competizione elettorale, ma preferisco impegnarmi nella costruzione di un partito capace di affrontare la grande scommessa per l’Italia.Ne riparliamo alle politiche.
Una favore però ti chiedo: alla Polverini, cui auguro la vittoria per le cose che dice sulla famiglia, sulla nazione e sul lavoro, ricorda che per arrivare a dirigere una regione come il Lazio subirà ogni genere di attacchi da parte dell’avversario.Non mi riferisco, certo, alle affermazioni sul mio conto, anche perché non mi sono mai sentito parte di una galassia comunque colorata, ma soprattutto perché non ho nulla di cui io debba o possa vergognarmi nella mia vita.La Bonino, la sua rivale, ha avuto il coraggio di far eleggere in Parlamento Toni Negri e di far entrare D’Elia, un ex terrorista, nell’ufficio di presidenza della Camera; credo che la Polverini sappia bene che non ho niente a che spartire con le attitudini operative di quei soggetti ma che, anzi, sono profondamente odiato da una parte dei suoi avversari.Punti a vincere senza subire egemonie culturali.
Un abbraccio Adriano Tilgher
Caro Francesco,ho meditato a lungo in questi giorni sulle varie notizie apparse sui giornali, sulle falsità sparse a piene mani sulla mia persona, sui motivi che mi hanno spinto ad aderire con il Fronte sociale Nazionale a La Destra e sulle ragioni del mio impegno militante da una vita.
Devo inizialmente scusarmi con te se questa lunga riflessione ha comportato dei ritardi nella mia decisione e quindi ti ha reso difficile la gestione dei rapporti con i tanti che ti chiedevano una tua ufficiale presa di posizione.Non è facile però nel turbinio delle passioni, dettate dalla volontà di non dare tregua agli ignavi ed ai nemici dell’Italia, capire quale via percorrere per la crescita e l’affermazione delle proprie idee.Oggi, a mente fredda, mi rendo conto che la partecipazione alla competizione elettorale per le Regionali del Lazio da parte mia non ha senso.Il mio impegno è politico e non amministrativo, scendere in squallide polemiche storiche, con chi non ha argomenti tecnici e politici da mettere in campo, con chi non sa e non vuole ascoltare e capire quello che viene detto ed è capace solo di faziosità preconcetta, non mi appassiona.Se fossi sceso in campo avrei voluto rappresentare le istanze sociali di una nazione ormai allo stremo, avrei voluto portare sulla scena politica uno stile diverso improntato ad eticità e solidarietà, avrei voluto indicare agli Italiani la via per essere uniti e coesi in uno strumento politico che è a loro disposizione: La Destra.
Come vedi, tutti temi politici che hanno bisogno di una platea più ampia e più vasta: la platea di tutti gli Italiani, per poi sognare un mondo diverso.La politica sta cambiando, il fronte sta cambiando, il confronto non è più tra est ed ovest, tra sinistra e destra, ma tra chi detiene le risorse e le genti, tra nord geopolitico e sud.I popoli, compreso il nostro, ormai succubi dei poteri forti sono per lo più “affamati” o di cibo, come nella drammatica situazione del terzo e del quarto mondo, o di valori, come nel cosiddetto occidente.Noi abbiamo il dovere di costruire il partito della gente che reintroduca l’etica nella politica, che unisca tutti gli Italiani che non vogliono essere schiavi delle lobbies di potere,qualunque sia stato il loro passato politico, che vogliono costruire lo stato sociale, ovvero lo stato delle pari opportunità, della libertà personale nel contesto equilibrato delle libertà comunitarie, della partecipazione ovvero lo stato della democrazia integrale.Tutto questo però potrà avvenire solo quando avremo fatto i conti veri con la nostra storia di un recente passato cioè con due date che hanno rappresentato la caduta della tensione nazionale e la frattura dello stesso principio di unità: 8 settembre 1943 e 25 aprile 1945.
Ci vuole coraggio e impegno!Io sono pronto. A te l’arduo compito della battaglia regionale per rivendicare la tua legittima volontà di rivalsa ma anche per portare la tua esperienza e capacità in un’importante regione ma soprattutto per improntare la tua azione a questi principi fondamentali.Grazie per l’opportunità che mi hai offerto nell’invitarmi alla competizione elettorale, ma preferisco impegnarmi nella costruzione di un partito capace di affrontare la grande scommessa per l’Italia.Ne riparliamo alle politiche.
Una favore però ti chiedo: alla Polverini, cui auguro la vittoria per le cose che dice sulla famiglia, sulla nazione e sul lavoro, ricorda che per arrivare a dirigere una regione come il Lazio subirà ogni genere di attacchi da parte dell’avversario.Non mi riferisco, certo, alle affermazioni sul mio conto, anche perché non mi sono mai sentito parte di una galassia comunque colorata, ma soprattutto perché non ho nulla di cui io debba o possa vergognarmi nella mia vita.La Bonino, la sua rivale, ha avuto il coraggio di far eleggere in Parlamento Toni Negri e di far entrare D’Elia, un ex terrorista, nell’ufficio di presidenza della Camera; credo che la Polverini sappia bene che non ho niente a che spartire con le attitudini operative di quei soggetti ma che, anzi, sono profondamente odiato da una parte dei suoi avversari.Punti a vincere senza subire egemonie culturali.
Un abbraccio Adriano Tilgher
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