Posto fisso e precariato
Finchè il lavoro a termine rappresentato dai contratti a progetto, dall'abuso degli stages e delle consulenze a partita iva sarà, a parità di incarico, "moltissimo" più economico e conveniente per le aziende che oltre a risparmiare soldini possono godere delle prestazioni di lavoratori praticamente senza diritti e potere contrattuale il precariato potrà solo aiumentare.
la crescita del precariato, unita al senso di insicurezza che lo accompagna impediranno sempre di più agli italiani, ai giovani in particolare ma non solo, di avviare progetti di vita, incide sull'economia perchè vi è una chiara incapacità di spesa e le rate sono solo per chi può garantire il rispetto dei termini di rientro, affossa quindi il mercato e le industrie guadagnano meno, per non parlare delle ricadute sociali, dei tanti che giocano e scommettono per disperazione, di quelli che finiscono per rubare, di quelli che si suicidano... La forbice tra benessere e disagio sociale si è drammaticamente allargata, questo ha fatto dell'Italia lo stato più vecchio d'europa e con maggiori problemi anche per l'integrazione degli immigrati visti come i nemici che rubano lavoro perchè si offrono a nero e per due soldi...
Vogliamo anche pensare alle pensioni di questi lavoratori precari che non sanno se e quando potranno goderne, se sarà sufficente a garantirgli una vecchiaia serena e che molti di loro si ritroveranno a carico dello stato senza aver pagato contributi sufficenti...
Che miopia.
In sostanza il precariato, o flessibilità come la chiamano quelli forbiti, assomiglia molto al ragionamento della moglie che taglia il membro al marito per evitare di essere tradita...Si risparmia da un lato, si impedisce la crescita del paese dall'altro. Non è un caso che proprio negli ultimi quindici anni la crescita italiana è stata molto ma molto più lenta che nel resto d'europa...E di questo, da Treu in poi, sono colpevoli e complici tutti i governi che si sono succeduti, nessuno escluso, assurdamente sudditti della cieca e priva di visione prospettiva confindustria italiana.
la crescita del precariato, unita al senso di insicurezza che lo accompagna impediranno sempre di più agli italiani, ai giovani in particolare ma non solo, di avviare progetti di vita, incide sull'economia perchè vi è una chiara incapacità di spesa e le rate sono solo per chi può garantire il rispetto dei termini di rientro, affossa quindi il mercato e le industrie guadagnano meno, per non parlare delle ricadute sociali, dei tanti che giocano e scommettono per disperazione, di quelli che finiscono per rubare, di quelli che si suicidano... La forbice tra benessere e disagio sociale si è drammaticamente allargata, questo ha fatto dell'Italia lo stato più vecchio d'europa e con maggiori problemi anche per l'integrazione degli immigrati visti come i nemici che rubano lavoro perchè si offrono a nero e per due soldi...
Vogliamo anche pensare alle pensioni di questi lavoratori precari che non sanno se e quando potranno goderne, se sarà sufficente a garantirgli una vecchiaia serena e che molti di loro si ritroveranno a carico dello stato senza aver pagato contributi sufficenti...
Che miopia.
In sostanza il precariato, o flessibilità come la chiamano quelli forbiti, assomiglia molto al ragionamento della moglie che taglia il membro al marito per evitare di essere tradita...Si risparmia da un lato, si impedisce la crescita del paese dall'altro. Non è un caso che proprio negli ultimi quindici anni la crescita italiana è stata molto ma molto più lenta che nel resto d'europa...E di questo, da Treu in poi, sono colpevoli e complici tutti i governi che si sono succeduti, nessuno escluso, assurdamente sudditti della cieca e priva di visione prospettiva confindustria italiana.
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